La questione Oggetto della pronuncia della suprema Corte è il licenziamento in tronco intimato ad una commessa che, rivolgendosi in modo gravemente scortese e volgare verso un cliente, aveva determinato il mancato acquisto del bene da parte di quest’ultimo, irritato dalla insolenza della lavoratrice. Il ricorso proposto avverso il licenziamento era stato accolto Corte d’appello di Brescia che, annullato il licenziamento, aveva condannato la società alla reintegrazione nel posto di lavoro e al risarcimento del danno
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